Gartner definisce la “monetizzazione dei dati” (data monetization) “…processo di utilizzo dei dati per ottenere un beneficio economico quantificabile. I metodi diretti o indiretti che includono l’utilizzo dei dati per apportare miglioramenti misurabili alle prestazioni aziendali e prendere decisioni informate…”.
La velocità tecnologica sempre più frenetica impone a ogni azienda di prendere nuove decisioni di business che possono determinare la crescita o il fallimento.
Ogni scelta, come naturale che sia, crea delle conseguenze che avranno riscontri positivi o negativi per l’organizzazione, avendo un impatto più o meno sensibile.
Ma come tutti sappiamo non possiamo esimerci dal prendere decisioni, per non rimanere fermi in un mercato dinamico.
Possiamo però ridurre il rischio, migliorando le nostre decisioni e acquisendo maggiore consapevolezza grazie all’utilizzo dei dati.
“Big Data”: definizione
In statistica e informatica, la locuzione inglese “Big Data” indica una “raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi personalizzati per estrarre valore o conoscenza”.
Come sappiamo, le grandi aziende sfruttano queste informazioni per migliorare costantemente i propri prodotti o servizi e rimanere sempre più competitive.
Una ricerca su Google, un acquisto al supermercato, una foto, un messaggio vocale o un tweet sono tutti dati, e la maggior parte delle nostre attività quotidiane crea dati che possono essere raccolti, analizzati e monetizzati.
Oggi possiamo facilmente analizzare queste informazioni con “super computer” e algoritmi, rivelando percorsi e connessioni tra le molte attività umane.
Il fenomeno dei “Big Data”, o meglio il fenomeno di immagazzinare, gestire e analizzare grandi quantità di dati, non è in realtà recente, ma fa parte della lunga storia dell’evoluzione del genere umano.
Oggi è possibile raccogliere maggiori quantità di dati grazie all’Internet delle Cose (Internet of Things o IoT), e al dilagare di applicazioni che funzionano collegandosi in rete.
L’analisi di una mole così elevata di dati richiede competenze specifiche e tecnologie avanzate in grado di estrarre le informazioni utili.
Scienza dei dati e “Big Data”
Come abbiamo detto in precedenza, quando parliamo di “Big Data” pensiamo a enormi quantità di dati di cui magari la nostra azienda oggi non dispone.
Ma non serve solo una grande quantità di dati per ottenere del valore.
Per ottenere le risposte e raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti viene in nostro aiuto la scienza dei dati (“data science”), la quale ci fa da guida in un percorso di metodi scientifici – principalmente statistici – e tecniche di analisi, per trasformare un dato in un’informazione utile per un determinato contesto e con determinati obiettivi.
La “data science” consente quindi di generare valore dai dati prodotti dai dispositivi dentro e fuori l’azienda.
Scienza dei dati: esempi pratici
Un primo utilizzo è quello di una migliore gestione degli “asset”, ovvero delle risorse aziendali, non solo in termini economici, ma analizzando, elaborando e monitorando in tempo reale i processi che aiutano a ridurre gli sprechi, delineando scenari, e attuando in modo efficace la strategia di impresa.
Analizzare i dati significa valutare i rischi, studiare il ciclo di vita di beni e strumenti, calcolare preventivamente gli interventi di manutenzione, tracciare le scadenze.
Una manutenzione più efficace con il monitoraggio in tempo reale di attrezzature e impianti consente di intervenire prima che si verifichi un guasto.
Tutte le azioni di manutenzione vengono tracciate e archiviate in automatico dai software e rese accessibili su un’unica piattaforma, come ad esempio gli ordini di lavoro, le richieste di intervento, la rendicontazione dei costi e la tracciatura dei fermi macchina.
La scienza dei dati consente inoltre di ottimizzare la produzione dalle materie prime al prodotto finito, tracciando tutti i processi, monitorando e verificando i dati prodotti come l’inventario, la gestione dei componenti e del personale, le attività di magazzino e stoccaggio, e il ciclo produttivo (come modi e tempi dei fermi macchina, quantità dei pezzi prodotti, interruzioni di produzione, tempi di manutenzione, consegna e preparazione delle spedizioni).
Tutto ciò in tempo reale controllando la quantità e i consumi delle materie prime, riducendo gli stock inutilizzati, ottimizzando i carichi di lavoro, gestendo gli imprevisti senza fermare la produzione, rendendo il processo produttivo completamente tracciabile, migliorando il controllo qualità diminuendo gli errori di fabbricazione e i costi di rilavorazione, e riducendo il consumo energetico.
La scienza dei dati serve anche ad aumentare la sicurezza negli impianti.
I sistemi di rilevamento ambientale che monitorano la qualità dell’aria ed eventuali fughe di gas, i sistemi di videosorveglianza industriale che sorvegliano gli accessi, i sistemi di sicurezza anticollisione che riducono il rischio di incidenti nelle aree di lavoro, i dispositivi “uomo a terra” che segnalano all’operatore e al responsabile della sicurezza la possibile “caduta” in condizioni di lavoro isolato.
Anche in questo caso sono tutti sistemi che elaborano i dati in tempo reale per aiutare a prendere la migliore decisione possibile in relazione al contesto.
Non ultima, la scienza dei dati può contribuire a migliorare l’esperienza d’acquisto attraverso il monitoraggio del comportamento del cliente, che consente di implementare la personalizzazione dell’offerta.
Scienza dei dati: campi di applicazione
L’industria manifatturiera si serve della “data science” per:
- Ottimizzare la produzione
- Aumentare la qualità
- Ridurre gli sprechi
- Eliminare i silos di dati
- Incrociare i dati di processo, di prodotto e del cliente
- Effettuare un’analisi avanzata che identifica i problemi prima che si verifichino
- Raggiungere un controllo avanzato del processo produttivo
- Monitorare le informazioni in tempo reale analizzando le cause profonde dei problemi di produzione con una visione sistemica delle operazioni
- Ridurre i costi di manutenzione
- Massimizzare l’efficacia delle attrezzature
- Ottimizzare la logistica
Le banche usano la scienza dei dati per:
- Profilare le abitudini dei clienti e ridurre al minimo rischi e frodi
- Modellare e misurano il rischio di credito e di controparte
- Ridurre i tempi dei cicli di stress test
- Migliorare la trasparenza e la verificabilità del flusso di lavoro con l’automazione, prendendo decisioni migliori e ottimizzando le performance durante l’intero ciclo di vita del servizio
- Creare report normativi e gestionali accurati e on-demand
Il retail utilizza la “data science” per:
- Approfondire la relazione con il cliente migliorando la sua customer experience
- Prevedere la domanda
- Comprendere il percorso d’acquisto
- Identificare le opportunità per migliorare le prestazioni
- Ottimizzare il merchandising
L’analisi dei dati esplicita le dimensioni reali della domanda e lo storico delle vendite, così da affinare la previsione e consigliare le migliori configurazioni di confezioni per la logistica e la distribuzione.
Aiuta anche nella pianificazione della localizzazione delle merci, creando assortimenti rilevanti, ottimizzando le scorte, e utilizzando l’analisi dell’area commerciale per determinare il posizionamento nello store e online, prezzo compreso.
Il settore sanitario può servirsi della “data science” per:
- Scoprire le informazioni nascoste capaci di migliorare l’assistenza ai pazienti analizzando i dati clinici e operativi strutturati e non
- Trasformare le intuizioni in conoscenze basate sull’evidenza
- Determinare il trattamento ottimale
- Comprendere i fattori che influenzano le riammissioni in ospedale
L’analisi e la condivisione dei dati aiutano a evitare errori farmacologici, a studiare e identificare i pazienti a rischio, a ottimizzare la pianificazione della dimissione avendo una visione sistemica dei servizi offerti e del loro impatto sul territorio e misurandone l’efficacia pianificando una strategia di assistenza e cura ottimizzate.
Scienza dei dati: casi di studio
Whirlpool Corporation, multinazionale statunitense del settore beni durevoli e produttrice di elettrodomestici, ha sviluppato internamente un motore di previsione della domanda (“demand forecasting”) costruito sulle caratteristiche di ciascun mercato locale, consentendo di omogeneizzare le attività a livello regionale, con un maggior controllo sulla pianificazione della domanda e un maggiore efficientamento dei costi.
Vodafone Automotive, società del Gruppo Vodafone nel settore telco che fornisce piattaforme tecnologiche connesse per la mobilità, ha risposto all’esigenza di gestire i “Big Data” delle “scatole nere” montate sui veicoli con una nuova architettura di raccolta, analisi, elaborazione e archiviazione dei dati che può supportare le realtà assicurative nel processo di valutazione del rischio per la stipula delle polizze.
CPL Concordia, società che opera nel settore energia-servizi che si occupa di cogenerazione, energy management e servizi per l’efficientamento energetico degli edifici, ha creato e strutturato un data-lake, cioè un ambiente di deposito dei dati, unico per tutte le informazioni a disposizione dell’azienda. Un database su cui costruire un cruscotto dedicato al monitoraggio energetico con analisi predittive per la riduzione dei consumi e un migliore servizio ai clienti.
Tenaris, azienda che opera nel settore manifatturiero, tra i maggiori produttori e fornitori globali di tubi in acciaio e servizi per l’industria energetica, ha introdotto un tool di data visualization in grado di rispondere alle diverse esigenze di visualizzazione interattiva e analisi esplorativa dei dati. Lo strumento viene utilizzato al momento dell’acquisto di un prodotto e le analisi dei dati controllano se il prodotto è già presente in qualche altro impianto del gruppo, e in caso positivo suggeriscono di effettuare un acquisto inter-company.
Masi Agricola, azienda produttrice di Amarone e altri vini di pregio della Valpolicella in provincia di Verona, ha avviato un progetto di monitoraggio e analisi dei dati web e social a partire dalle immagini e dai testi condivisi online sulle tipologie di vini prodotti nel territorio, portando ad una maggiore efficacia delle campagne marketing e ad un miglioramento della reputazione dell’azienda.
Conclusioni
Come abbiamo visto, la scienza dei dati è già utilizzata in molti campi e per svariati scopi, ma ancora molto si può fare per sfruttarne le potenzialità.
Non riguarda quindi solo una tecnologia precisa, bensì un metodo strutturato che si adatta a ogni realtà per soddisfare le diverse esigenze, e che oggi possiamo applicare anche alle nostre aziende.
Dobbiamo quindi solo porci le giuste domande e trovare le risposte adeguate, analizzando i dati e fornendo soluzioni tecnologiche avanzate.
Allora cosa aspetti a partire con il primo progetto di “Data Science”?
Se vuoi avviare un progetto digitale guidato dai dati contattaci per organizzare un incontro online o in presenza!
Ecco come si svolgerà:
- Analizzeremo il tuo problema
Per comprendere meglio cosa possiamo fare per te dobbiamo conoscere qual è il problema della tua organizzazione.
- Comprenderemo quanto ti manca
Per poter capire se hai tutte le informazioni necessarie per raggiungere l’obiettivo, dobbiamo sapere quanto la tua azienda è digitalizzata e quante informazioni possiedi.
- Studieremo le basi del progetto
Stabiliremo insieme le basi del progetto. Non devi preoccuparti di avere già tutto chiaro o pensare di avere già tutte le informazioni necessarie, saremo noi a porti le domande giuste per mettere a fuoco i passi successivi!
Prima si diventa Data Driven, prima si ottengono risultati mai visti!
Non aspettare ancora