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Il problema non è fuori, ma dentro! Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un progressivo rallentamento della manifattura italiana.

Nonostante il settore sia storicamente un pilastro dell’economia del Paese, l’industria manifatturiera sembra oggi in difficoltà.

Le cause?

Troppo spesso additate a fattori esterni: le multinazionali che delocalizzano, le regole imposte dall’Unione Europea, la concorrenza di Paesi a basso costo. Ma, come sottolineato nell’articolo del Corriere della Sera, questa è una narrazione semplicistica.

Il vero problema è dentro: nelle imprese, nella mentalità e, soprattutto, nella scarsa consapevolezza del valore strategico dei dati e della trasformazione digitale.

I dati come motore dell’innovazione

È impossibile ignorare un dato di fatto: il mondo economico sta cambiando a una velocità senza precedenti, e chi non riesce a tenere il passo è destinato a restare indietro. 

Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, ha messo in luce un punto fondamentale: il futuro della manifattura non dipende più esclusivamente dalla qualità del prodotto, ma dalla qualità dei processi

E questi processi si basano sui dati.

  • Raccolta e analisi
    Le imprese italiane raccolgono grandi quantità di dati, ma quante riescono davvero a trasformarli in valore? Spesso i dati restano inutilizzati, chiusi in sistemi non integrati e sottovalutati.
  • Condivisione
    La condivisione dei dati all’interno delle filiere produttive è un altro elemento critico. Senza una visione sistemica, i singoli attori della filiera rischiano di prendere decisioni isolate e poco strategiche.
  • Decisioni guidate dai dati
    Nel contesto della trasformazione digitale, la capacità di prendere decisioni informate è il vero differenziale competitivo. Chi adotta un approccio data-driven non solo reagisce più rapidamente alle sfide, ma riesce anche a prevenirle.

Perché la manifattura italiana rallenta?

Secondo l’analisi di Ferruccio de Bortoli, la manifattura italiana soffre di un problema di mentalità. Troppo spesso si guarda al passato, a un’età dell’oro che non può tornare.

L’innovazione viene percepita come un costo, anziché come un investimento. Questa mentalità difensiva è particolarmente evidente in tre aree:

  1. Ritardo nella digitalizzazione
    Molte aziende italiane, soprattutto di piccole e medie dimensioni, non hanno ancora adottato tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale o l’automazione.
  2. Formazione inadeguata
    La formazione del capitale umano è spesso insufficiente. Mancano competenze trasversali che combinino conoscenze tecniche, digitali e gestionali.
  3. Mancanza di leadership visionaria
    In molte realtà aziendali, i vertici mancano di una visione strategica che abbracci il cambiamento tecnologico come una priorità.

La sfida della cultura aziendale

Come possiamo superare questi ostacoli? Un elemento chiave è il cambiamento culturale. 

Stefano Firpo, direttore generale di Assonime, ha evidenziato che la gestione dei dati è ormai una questione di potere.

Non trattarli o non condividerli è un limite non più tollerabile. Tuttavia, cambiare cultura aziendale richiede tempo e uno sforzo coordinato.

  • Promuovere l’interdisciplinarietà
    Le aziende devono investire nella formazione dei dipendenti, favorendo la collaborazione tra team con competenze diverse.
  • Creare ecosistemi
    La competizione non è più solo tra singole aziende, ma tra ecosistemi produttivi. Questo richiede una maggiore integrazione tra imprese, università e centri di ricerca.
  • Incentivi fiscali
    Politiche pubbliche che incentivino l’adozione di tecnologie innovative possono accelerare la trasformazione.

Dalla teoria alla pratica – esempi concreti

Per comprendere il potenziale dei dati, guardiamo ad alcuni esempi concreti:

  • Manutenzione predittiva
    Utilizzando dati raccolti da sensori IoT, molte aziende manifatturiere stanno riducendo i tempi di fermo macchina e i costi di manutenzione.
  • Ottimizzazione delle scorte
    Attraverso algoritmi di machine learning, è possibile prevedere la domanda con maggiore precisione, riducendo gli sprechi.
  • Personalizzazione del prodotto
    Analizzando i dati dei clienti, alcune aziende stanno introducendo linee di produzione flessibili per rispondere a esigenze specifiche.

Rilanciare la manifattura attraverso dati, competenze e collaborazione

La manifattura italiana ha tutte le carte in regola per tornare a crescere, ma il cambiamento è una condizione imprescindibile. Investire nei dati non significa semplicemente dotarsi di strumenti tecnologici avanzati, ma ridefinire le strategie aziendali attorno alla capacità di raccogliere, analizzare e utilizzare le informazioni in modo efficace. 

L’uso dei dati deve essere visto come una risorsa fondamentale, capace di influenzare ogni aspetto dell’organizzazione, dai processi produttivi alle decisioni strategiche.

La formazione del personale rappresenta un altro pilastro essenziale. Le competenze digitali non possono più essere considerate un valore aggiunto, ma devono diventare la norma. 

La capacità di integrare tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’automazione e l’analisi dei dati richiede personale qualificato, in grado di comprendere e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.

Infine, è necessario uscire dalla mentalità isolata che caratterizza molte realtà italiane. La collaborazione è fondamentale per creare un sistema produttivo integrato e competitivo. 

Le aziende devono imparare a condividere conoscenze, risorse e innovazioni, costruendo reti di collaborazione che coinvolgano anche università, istituzioni e altri attori del panorama industriale. 

Solo attraverso una visione condivisa e una cooperazione attiva è possibile affrontare le sfide globali e rilanciare il settore manifatturiero.

Il futuro si costruisce oggi

Il rallentamento della manifattura italiana non è una condanna, ma un’opportunità per ripensare il modello di business.

Come sottolinea de Bortoli, il futuro appartiene a chi saprà adattarsi, innovare e sfruttare il potenziale dei dati.

Non è mai troppo tardi per iniziare, ma ogni giorno perso è un vantaggio regalato ai concorrenti.

Come noi di DataDeep possiamo aiutarti

In un panorama industriale sempre più trasformato dall’analisi dei dati, noi di DataDeep ci poniamo come partner strategico per le piccole e medie imprese. 

Il nostro obiettivo è accompagnare le aziende nel riconoscere il valore strategico nascosto nei propri dati, aiutandole a trasformarli in risorse concrete da integrare nei processi aziendali per un impatto reale e misurabile.

Se la tua azienda ha un obiettivo concreto, come ad esempio ottimizzare le scorte di magazzino, ridurre i consumi energetici, migliorare la qualità dei prodotti o eliminare i tempi di fermo macchina, possiamo supportarti trasformando i tuoi dati in un asset strategico.

Partiamo insieme da un check-up gratuito dei tuoi dati

Questo primo passo è fondamentale per valutare se le informazioni a tua disposizione sono complete, prive di errori e strutturate correttamente.

Sarà sufficiente condividere con noi un dataset in formato Excel o CSV contenente i dati essenziali al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. (I dati utilizzati saranno anonimizzati e saranno firmati tutti gli accordi di riservatezza necessari).

Dopo un’analisi approfondita, ti forniremo un report dettagliato che include i risultati del check-up, le metodologie applicate e raccomandazioni strategiche mirate. 

Il nostro obiettivo è offrirti un supporto pratico e concreto per trasformare i tuoi dati in un vero vantaggio competitivo.

Contattaci per prenotare un incontro conoscitivo e per ricevere maggiori informazioni:

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📞 Telefono: 0163 03 50 14
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